Cosa sono tutte quelle piante? Storia dei vivai di Pistoia

Quando si arriva a Pistoia non si può fare a meno di notare distese di verde di cui non si vede la fine e adulti
e bambini rimangono sempre incantati dalla maestosità che si presenta ai loro occhi; la domanda che si fanno è sempre la stessa da più di un secolo: “cosa sono tutte quelle piante?” e anche la risposta, da più di un secolo, è sempre la stessa: sono i vivai pistoiesi, da sempre segno distintivo della città toscana.

Ma dove nasce la tradizione vivaistica di Pistoia?

Si racconta che fin dal medioevo dentro le mura pistoiesi siano stati adibiti orti per la coltivazione di piante ornamentali ma il fenomeno iniziò a diventare importante e a prendere caratteri imprenditoriali nella metà dell’ Ottocento, in particolare dal 1870.

Pioniere del vivaismo pistoiese fu Antonio Bartolini: un giovane giardiniere di due famiglie nobili, i Bozzi ed i Bracciolini, che avviò la sua attività privata e, nel 1849, fondò uno dei primi vivai strutturati, in un terreno sulla via provinciale lucchese. Bartolini in seguito trasferì la sua attività in un nuovo orto dentro l’area urbana, col suo vivaio divenne talmente celebre da essere inondato di richieste di piante, anche da paesi limitrofi. Sempre Bartolini nel 1851 si
distinse con le sue piante all’ Esposizione Pistoiese d’ Orticoltura, una grande manifestazione che consacrò Pistoia, per la prima volta, come una realtà vivaistica e si meritò gli apprezzamenti del Granduca di Toscana.

Da quel momento i vivai divennero delle vere e proprie realtà imprenditoriali, un po’ come le conosciamo oggi.

Fu del 1865 la pubblicazione del primo catalogo-listino con i prezzi e le tipologie di piante coltivate che determinò anche un primo orientamento al marketing e alla promozione. Arrivarono poi anche le grandi commesse: la prima grossa occasione dei vivaisti pistoiesi fu data dall’urgenza di abbellire la città di Firenze, divenuta capitale del Regno. Poggi, l’architetto alla guida del progetto diede incarico ai vivaisti pistoiesi di fornire le piante per ornare di verde il viale dei Colli, piazzale Michelangelo e le Cascine.

Il termine vivaista comparve per la prima volta nell’elenco ufficiale dei premiati all’Esposizione Circondariale per l’Orticultura e la Floricultura di Pistoia nel 1899, così da sancire ufficialmente la nascita del settore.

Nei vivai si produceva e si produce qualsiasi tipo di pianta immaginabile e forse anche quelle che non ci immaginiamo: dalle palme alle conifere, dalle magnolie agli aceri del Giappone, arbusti sempreverdi, rampicanti e fiori di ogni genere fra cui spiccano le rose, di ogni varietà.

Le colture dai primi del Novecento iniziano ad espandersi agli spazi fuori le mura della città andando ad occupare più di 200 ettari: nacque così la caratteristica fascia di verde attorno alla città.

Le condizioni ottimali dei territori circostanti Pistoia in termini di clima, approvvigionamento idrico e geomorfologia, unite alle idee imprenditoriali dei produttori, hanno fatto crescere e consolidare la produzione che si è sempre più caratterizzata per la coltivazione di piante ornamentali pronte, dedicate alla decorazione di parchi, giardini e realtà urbane ed extraurbane.

Il vivaismo a Pistoia ha conosciuto anche periodi difficili: ci furono alcune storiche gelate, come quella del 1929, che causarono grandi distruzioni di piante e poi gli effetti terribili delle due guerre: soprattutto durante la seconda interi vivai vennero rasi al suolo.

Alla fine degli anni ’60 il vivaismo pistoiese conobbe il suo boom con l’espansione dei territori
coltivati a tutta la pianura dell’ Ombrone e l’inizio dell’affermazione di Pistoia come realtà
vivaistica a livello europeo; gli ettari coltivati erano in quel periodo 3000. Questa grandeur
del vivaismo ha avuto effetti a catena su tutta l’economia locale: iniziano a scomparire le
produzioni di foraggi, diminuiscono altri tipi di coltivazioni ed allevamenti e i terrreni a sud est di
Pistoia diventano tutti vivai.

Negli anni ’70 le aziende innovano molto la produzione e le tecniche di coltivazione: si iniziò a vedere la tecnica della “vasetteria” con la quale gli alberi vengono trapiantati con l’uso di macchine che operano la forma della zolla con precisione, poi grazie alla manodopera degli operatori la zolla viene rivestita di una rete metallica e si mantiene, così, stabile mantenendo le piante in condizioni ottimali.

Pistoia si è guadagnata a pieni meriti nel tempo il titolo di capitale europea del verde, centro del vivaismo ornamentale e paesaggistico europeo. Le imprese operanti nel settore sono ad oggi 1400 con più di 1500 addetti.

Non perdetevi la nostra esperienza esclusiva alla scoperta dei vivai pistoiesi: https://www.tuscanytourism.net/it/viaggi/pistoia-earth-garden-3/

Se sei interessato ad avere maggiori notizie contattaci!

©2024 Toscana Turismo  P.IVA 04716270485